31.05.2021

Il rifacimento del Bivacco Fanton, nelle Dolomiti Bellunesi (Parte 1)

Un progetto di proporzioni, tra assoluto e misura

Ci sono progetti che nascono in modo inconsueto, a volte sorprendente.
Questo è uno di quelli e per noi di Dolomwood è sicuramente il più singolare che abbiamo mai affrontato.
Tutto è partito da un concorso internazionale di architettura indetto nel 2015 dal CAI di Auronzo per la ricostruzione del bivacco Fanton sulle Maramarole, in Cadore.
Un progetto che ha subito suscitato il nostro interesse visto che riguardava le “nostre” montagne, alle quali siamo profondamente legati.
Ma andiamo per ordine, cercando di capire meglio cos’è il bivacco Fanton.

La storia del Bivacco Fanton in Val Baion

La lunga e travagliata storia del bivacco Fanton inizia nel 1963 quando venne posizionato nell’alta Val Baion a 1.750 metri di quota.
Si trattava di un bivacco alpino che, come moltissimi altri realizzati dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, doveva servire da punto di appoggio per gli alpinisti dediti all’esplorazione dei gruppi montuosi meno noti, lontani dai rifugi.
Era un bivacco di tipo modulare che poteva essere trasportato facilmente a spalle e poi montato sul posto. In realtà il bivacco Fanton non fu trasportato a spalle, ma fu uno dei primi ad essere portato in quota grazie ad un elicottero militare.
Il progetto prevedeva che venisse collocato a Forcella Marmarole, a 2.660 metri di altitudine, ma a causa del maltempo non fu possibile portarlo fin lassù ed è quindi rimasto per oltre 50 anni quasi 1.000 metri più in basso.

Per tutto questo tempo il CAI di Auronzo ha cullato un’idea ambiziosa: sostituire il vecchio bivacco Fanton, ormai degradato e inagibile, per posizionarlo proprio dove avrebbe dovuto essere, a forcella Marmarole.
Venne quindi indetto un concorso per la sua ricostruzione, che consentisse anche di riflettere sul ruolo di questi ripari alpini e di scrivere una nuova pagina dell’architettura d’alta quota, nel cuore selvaggio delle Dolomiti.

Il concorso di idee e l’idea vincitrice

Oltre 250 progetti, provenienti da studi di architettura situati in diverse città italiane e anche dall’estero sono arrivati sul tavolo della commissione giudicatrice presieduta da Ulrich Delang, responsabile capanne del Club Alpino Svizzero.
L’idea che ha conquistato la giuria è stata quella proposta da DEMOGO studio di architettura di Treviso.
Una sfida architettonica e costruttiva davvero unica nel suo genere che in qualche modo rappresenta un “cannocchiale puntato verso valle”.

Il nostro contributo al progetto di ricostruzione del bivacco

Con lo studio DEMOGO è nata subito una bella sintonia. Ci siamo confrontati e ci hanno proposto di occuparci dell’allestimento interno del bivacco che sarà interamente realizzato in legno di abete e larice.
Il progetto è via via evoluto nel tempo e la collaborazione con i professionisti dello studio è cresciuta di pari passo.
Abbiamo perciò chiesto all’architetto Simone Gobbo, cofondatore di DEMOGO di raccontarci la sua filosofia di progettazione in generale e come sta vivendo il rapporto con noi per la realizzazione del bivacco Fanton.

L’esperienza raccontata dall’arch. Simone Gobbo

Da dove arriva la tua passione per gli arredamenti in legno?
Sono un progettista, mi occupo di spazio e della sua definizione attraverso l’architettura, gli interni rappresentano un tema fondamentale per la nostra ricerca.

Perché hai scelto arredamenti artigianali e non in serie?
Noi disegniamo e progettando su misura, dando un valore importante all’architettura site-specific, ogni progetto è unico e non replicabile. 

Qual’è il tuo modo di vivere la casa?
La casa è uno spazio fondamentale, personalmente sto investendo insieme con il team del nostro studio molte energie e studio per migliorare la qualità dello spazio domestico, oggi sempre più flessibile e denso di contenuti materici.

La collaborazione per il progetto del bivacco Fanton

Come hai saputo dell’esistenza di Dolomwood?
Un collega architetto mi ha introdotto mostrandomi alcuni lavori eseguiti.

Qual’è stata la cosa che ti ha subito colpito del nostro modo di lavorare?
Si tratta di una realtà dinamica, fatta di persone appassionate che amano progetti sfidanti, sono attenti e capaci di interpretare il progetto, aspetto fondamentale per noi.

Avevi già in mente come doveva essere il risultato finale?
Abbiamo sviluppato e condiviso una modellazione tridimensionale degli interni del Bivacco Fanton, definito immagini e dettagli di ogni punto di connessione degli elementi di finitura.

C’è un particolare di questo lavoro di Dolomwood che ti piace più degli altri?
Credo che diversi dettagli mirati a celare le connessioni e a rendere i rivestimenti lignei senza soluzione di continuità faranno la differenza.

Quanto ritieni professionale la nostra azienda in base all’esperienza che hai avuto?
Azienda seria per me, entrambi i titolari hanno competenza e sono votati all’innovazione.

In che modo DolomWood ha risposto ai tuoi bisogni e richieste?
Si sono messi in ascolto, proponendosi in modo positivo rispetto al progetto, sono costruttivi e non temono progetti complessi.

Ricordi un evento o un fatto particolare della collaborazione con noi?
Abbiamo scambiato molte riflessioni sul progetto, messo a punto in più riunioni con disegni e modelli 3d il lavoro, in particolare quando eravamo incerti di fronte ad alcune scelte, hanno fatto prove di mockup ligneo in tempo reale, grazie ad una strumentazione operativa a controllo numerico di alto profilo, così abbiamo verificato in scala 1:1 subito.

Come sarà “vivere” il nuovo bivacco?
Sarà bello rispondere a pieno a questa domanda quando sarà completato il nuovo Bivacco Fanton, in ogni caso mi sento di dire che il lavoro con DolomWood è improntato su una forte condivisione di intenti, sul desiderio di innovare e di ripensare le logiche di abitare uno spazio unico come un bivacco d’alta quota. Progetti come questo, affrontati con persone motivate e capaci rappresentano sfide fondamentali per chi ama e vive per l’architettura come noi.
Possiamo migliorare lo spazio che abitiamo soltanto migliorando il nostro modo di progettarlo e di costruirlo, crescendo come professionisti, come persone.

Il progetto descritto dallo studio DEMOGO

Il progetto per la ricostruzione del bivacco Fanton si fonda sulla percezione e amplificazione del paesaggio, in particolare sul rapporto straordinario che s’instaura tra uomo e montagna. Le Marmarole sono una catena montuosa selvaggia e impervia, la forcella dove si posiziona l'opera è uno spazio sconfinato a 2661 metri di altitudine, un contesto fatto di roccia, luce, vento, neve e distanze.

Il Bivacco Fanton è un progetto di proporzioni tra assoluto e misura, un’opera minuta che trova una sua dimensione nella possibilità dell'amplificazione percettiva, abitarla significa posizionarsi in una condizione di ascolto del paesaggio, è il tentativo di inquadrare lo spazio, circoscriverlo renderlo opera di connessione tra uomo e ambiente, definire un cesura capace di trovare un confine provvisorio al paesaggio, una forma di compressione progressiva di rocce, luce, vento e neve.

L’opera affrontare sfide tecnologiche complesse e si propone come un progetto teso a esplorare la ricerca sui materiali in alta quota.

Il guscio dell’intero edificio è stato realizzato con Maila’s, che ha messo a punto un materiale composito che si adatta in modo specifico al contesto ambientale alpino. Le tecnologie utilizzate hanno permesso di rendere l’edificio molto leggero in proporzione alle proprie dimensioni, aspetto fondamentale rispetto alla logistica di cantiere. L’edificio è stato elitrasportato in quota a Settembre 2020 con un unico volo, installando in forcella la scocca che verrà completata con il rivestimento in zinco titanio la prossima estate.

“Si tratta di un equilibrio instabile, che si sostanzia nello spazio interno dell'opera”

Il rivestimento interno in abete e larice è stato progettato e sviluppato in sinergia con Dolomwood, con l’ausilio delle ultime tecnologie nel campo del taglio del legno e del processo informatizzato di produzione, nell’ottica di un’ottimizzazione dei tempi di montaggio in quota.
L’architettura del bivacco Fanton è leggera e resistente, capace di poggiarsi su un crinale scosceso, ancorandosi attraverso a un traliccio in acciaio alla roccia della forcella Marmarole.

Si tratta di un equilibrio instabile, che si sostanzia nello spazio interno dell'opera: un ventre ligneo che attutisce l'impatto della natura selvaggia, poi la fibra di vetro a inspessirsi strato su strato come una seconda pelle a divenire guscio e struttura insieme attraverso i rinforzi in carbonio.
Esternamente il suo aspetto formale assume i tratti di un volume sbozzato sospeso su di un crinale irto, un corpo in attesa proteso nel vuoto, intento ad aprire una dimensione spaziale al di là della propria geometria interna.

Misurare se stessi, misurare spazio, perdere se stessi, perdere dimensione spaziale, trovare un habitat proprio, resistere, flettersi, ancorarsi, variare percezione, estendersi al di fuori, inclinarsi, reagire, accumulare dilatazioni e contrazioni, farsi elitrasportare, scomparire nella neve, essere spazzati dal vento, adattandosi come in un corpo sottoposto all'alta quota, divenire architettura e cessa.

Note tecniche

  • Descrizione progetto
    Nuovo Bivacco Fanton
  • Luogo
    Forcella Marmarola, 2667 s.l.m.
    Dolomiti - (BL) Italia
  • Autore del progetto
    DEMOGO studio di architettura
  • Committente
    CAI - Sezione Cadorina di Auronzo
  • Progetto strutture generali
    Franzoso ingegneria
  • Progetto strutture guscio
    Advanced Mechanical Solutions
  • Analisi Geologica
    geol. Salti Luca
  • Progetto strutture guscio
    MAILA's Recanati (MC)

  • Rivestimento interno
    Dolomwood
  • Costruzione
    Consorzio Disgaggi Padolese
  • Foto
    Pietro Savorelli
  • Elaborazioni visuali
    SFSight
  • Superficie
    30 mq

Riconoscimenti

2018 – Progetto selezionato In Mostra al Padiglione Italiano alla Biennale di Architettura di Venezia – Arcipelago Italia (curatore Mario Cucinella).

2018 – Medaglia d’Oro dell’architettura Italiana – Premio De Albertis – Triennale di Milano.

Pubblicazioni selezionate

2018 – DOMUS N°1025 

2018 – Arcipelago Italia – Progetto per il futuro e per i territori interni del Paese – Catalogo del Padiglione italiano

Mostre

2019 – MAXXI MUSEO – ROMA – AT HOME - dal 17 Aprile 2019 - 22 Dicembre 2020

2020 – MUSEO BAILO – TREVISO – 2 Settembre – 20 Settembre 2020

Come sarà il bivacco

Questo progetto non si è ancora concluso. Fra agosto e settembre di quest’anno dovremmo completare l’allestimento interno (le immagini qui sopra sono dei rendering).
In futuro vi racconteremo sicuramente come abbiamo lavorato e vi faremo vedere il risultato finale.

Ovviamente se vorrete ammirare il bivacco Fanton con i vostri occhi, dovrete arrivare ad Auronzo e salire a Forcella Marmarole, percorrendo circa 1.000 metri di dislivello. Ci vogliono gambe buone e un po' di allenamento.
Noi vi possiamo assicurare che ne vale davvero la pena, non solo per vedere quello che abbiamo fatto lassù, ma per godere di un panorama unico nel suo genere.